Psp. “Bene le modifiche, ma manca un riferimento alla qualità del lavoro”
Cgil Cisl Uil ricordano le proposte accolte ma rilanciano su ruolo del pubblico, occupazione, integrazione dei nuovi trentini e pari opportunità tra uomo e donna
Il programma di sviluppo provinciale per la sedicesima legislatura del Consiglio della Provincia autonoma di Trento approvato ieri dalla Giunta provinciale, ha accolto alcune proposte di modifica avanzate dalle organizzazioni sindacali in particolare su questioni riguardanti il lavoro, il welfare, le politiche abitative. Anche l'impianto complessivo del programma ha subito significative modifiche alcune di queste apprezzabili. Cgil Cisl Uil rilevano in particolare come in quest’ultima versione venga mitigato il giudizio fortemente negativo che, in prima battuta, la giunta Fugatti esprimeva nei confronti del sistema pubblico provinciale. “Purtroppo - affermano i segretari delle tre organizzazioni sindacali confederali Franco Ianeselli (Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl) e Walter Alotti (Uil) - resta un approccio di fondo fortemente ideologico che porta la Giunta a privilegiare il rapporto con il sistema economico privato anche a scapito del ruolo attivo della pubblica amministrazione locale che è e resta, a nostro avviso, attore insostituibile di coesione sociale e sviluppo economico”.
Per i sindacati trentini il nuovo Psp invece non affronta compiutamente il tema della nuova governance e dell'assetto istituzionale del Trentino nel rapporto tra Provincia ed enti locali. Un tema questo che spesso la Giunta affronta cercando un facile consenso nel sostegno di logiche campanilistiche e di frammentazione invece di delineare un sistema chiaro ed efficiente.
“Non comprendiamo - incalzano poi i tre segretari generali - il motivo per cui non sono state accolte alcune proposte delle organizzazioni sindacali. In particolare la Giunta non ha voluto inserire tra gli obiettivi delle politiche fiscali e degli incentivi economici alle imprese l'aumento dei livelli occupazionali e della qualità del lavoro (ndr, obiettivo 2.2, pag. 54) che invece sembravano essere elementi sostanziali del programma con il cui la coalizione di centrodestra si era presentata in campagna elettorale”.
Secondo Cgil Cisl Uil del Trentino è sempre un approccio eccessivamente ideologico ad avere impedito alla Giunta provinciale, in maniera miope, di inserire un riferimento alle politiche di integrazione dei cittadini di origine straniera in particolare per quello che riguarda le seconde generazioni. “Si tratta dei nuovi trentini - argomentano Ianeselli, Pomini ed Alotti - delle ragazze e dei ragazzi, dei bambini e delle bambine che nei prossimi anni raggiungeranno il diritto alla cittadinanza ma che oggi, ancora troppe volte, anche nei percorsi scolastici, subiscono loro malgrado processi di segregazione che andrebbero superati con specifiche politiche di sostegno. La cosa non ci stupisce conoscendo l'impostazione della Giunta Fugatti sui temi dell'accoglienza e dei migranti. Spiace comunque verificare ancora una volta che su questi temi la coalizione che guida la Provincia di Trento invece di assumere un atteggiamento pragmatico esclude dalle sue priorità temi sui quali far prevalere logiche prettamente propagandistiche ed elettorali. Non è nascondendo la polvere sotto il tappeto che si risolvono i problemi, sempre più complessi anche per una società come quella trentina”.
Lo stesso vale per la questione delle pari opportunità e dei rapporti di genere. “Su questo fronte - concludono amareggiati i sindacalisti - la Giunta non ha ritenuto accogliere la proposta di inserire anche un bravissimo riferimento alla tematica delle diversità di genere e delle pari opportunità. La questione delle diversità spaventa questa Giunta ma è un tema decisivo per costruire una comunità inclusiva che sappia premiare il merito al di là dei pregiudizi”
Cgil Cil Uil del Trentino confidano comunque che, nella declinazione e attuazione pratica degli obiettivi del programma, la Giunta sappia assumere un atteggiamento meno ideologico e più concreto affrontando tutti i nodi il cui sblocco può rilanciare lo sviluppo economico e rafforzare la coesione sociale del Trentino.
20 luglio 2019