Portierato, confermato lo sciopero di lunedì
Oggi incontro con assessori provinciali e Ati Rear-Miorelli. Nessun passo avanti significativo
Non è servito ad avvicinare le posizioni né a trovare un accordo l’incontro di questa mattina tra sindacati, Provincia e Ati Rear-Miorelli sul futuro dei 54 lavoratori delle portinerie universitarie. L’azienda ha messo su tavolo qualche proposta, ritenuta comunque ancora largamente insufficiente dalle organizzazioni sindacali. Per questa ragione Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti hanno confermato lo sciopero di lunedì con presidio davanti alla Facoltà di Sociologia dalle 9 alle 12.
Sempre lunedì, ma alle 14,30, andrà avanti il confronto di oggi. E’ stata convocata, infatti, una nuova riunione urgente tra le parti sempre in Provincia.
All’incontro di questa mattina erano presenti, oltre ai sindacati, gli assessori provinciali Achille Spinelli e Mirko Bisesti, il direttore generale della Pat, Nicoletti, e il dirigente del personale Comper, oltre ai vertici Apac e ai rappresentanti di Confindustria.
“Rear-Miorelli persevera nel non voler riconoscere ai lavoratori le condizioni economiche e normative attuali – spiegano Roland Caramelle, segretario della Filcams con Francesca Delai che segue il comparto -. Per noi, invece, a tutti e 54 i lavoratori devono essere garantiti gli stessi trattamenti retributivi, l’inquadramento e l’anzianità maturata ad oggi. Siamo di fronte ad un caso di continuità aziendale: questi addetti faranno lo stesso lavoro di oggi e non si capisce per quale ragione da un giorno all’altro devono essere pagati molto meno e accettare condizioni peggiorative sul piano normativo”.
I sindacati puntano il dito anche contro la legge provinciale che non tutela a sufficienza i lavoratori e le lavoratrici dei servizi nei cambi appalti. Da qui la richiesta forte all’indirizzo dei due assessori provinciali di rivedere la norma rafforzando le tutele e le garanzie per i lavoratori. “Se non si metterà mano ad una clausola sociale che non dia adito ad interpretazioni, come già sta avvenendo, con i prossimi importanti cambi appalto rischiamo un vero e proprio bagno di sangue per i lavoratori. La Provincia, e la giunta provinciale in primis, devono dare un segnale forte decidendo da che parte stare, se tutelare le persone che lavorano o favorire solo gli interessi delle imprese che puntano a tagliare il costo del lavoro”, aggiungono i due sindacalisti.
Sullo sfondo resta ancora l’assordante silenzio dell’Università di Trento, committente della gara d’appalto. “In questi giorni abbiamo ricevuto molti attestati di solidarietà da parte di lavoratori e professori dell’ateneo, ma nessuna presa di posizione ufficiale a tutela di queste persone che da anni svolgono con professionalità e competenza il loro lavoro e sono, molto spesso, il primo biglietto da visita dell’Università. Da un ateneo che che si colloca ai vertici delle classifiche nazionali ci aspettiamo maggiore rispetto per la dignità di tutti i propri collaboratori”, concludono Caramelle e Delai.
Trento, 12 luglio 2019