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Contratto lapidei, sindacati contro la precarizzazione del settore

La proposta delle imprese aumenta la precarietà, non investe in sicurezza e non dà risposte sul piano salariale. Oggi assemblea ad Albiano e sciopero dei lavoratori del porfido

Irricevibile. Questo è il giudizio di sindacati e lavoratori sulla proposta delle associazioni datoriali per rinnovo contrattuale del comparto lapideo. Il contratto è scaduto il 31 marzo scorso e la trattativa, dopo un paio di incontri, si è arenata di fronte all’atteggiamento di chiusura di Confidustria Marmomacchine e Anepla, che vorrebbero imporre una piattaforma che precarizza il settore, non investe in salute e sicurezza in un comparto dove il rischio infortuni e malattie è molto elevato, e dà risposte assolutamente insufficienti sul piano salariale. Di fronte a questa situazione Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno deciso di mobilitare i lavoratori. Con luglio sono partite iniziative di protesta in tutta Italia. Oggi è la volta del Trentino: nel pomeriggio è in programma un’assemblea dei lavoratori del porfido ad Albiano, a cui seguirà lo sciopero fino al termine della giornata di lavoro. Intanto sono bloccati straordinari e flessibilità.

Il contratto nazionale dei lapidei riguarda in Trentino poco meno di mille addetti, 700 di questi sono impiegati nelle cave e nella lavorazione del porfido.

 

I sindacati contestano una proposta che non riconosce il contratto a tempo indeterminato come prevalente, aumentando la percentuale di contratto a tempo determinato e inserendo – fatto estremamente grave – la stagionalità. Il che vorrebbe dire che non viene più assicurata la continuità occupazionale con pesanti ripercussioni anche sul piano della sicurezza.

 

E’ proprio su questa ultima questione, la sicurezza, che si registra la totale assenza di ogni interesse da parte datoriale. Il tema, invece, è estremamente sentito dai lavoratori e dai sindacati visto che il settore è esposto a notevoli rischi di malattie professionali e infortuni. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno chiesto nella loro piattaforma, votata dai lavoratori, che si preveda l’introduzione, con il contratto, della figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale. Una proposta sostenuta con particolare determinazione dal Trentino che su questo fronte è impegnato da anni. Il tema non è stato nemmeno affrontato dagli imprenditori che propongono, invece, la cancellazione della commissione paritetica nazionale, un’esperienza di bilateralità che, nel disegno del sindacato, andrebbe invece rinnovata su basi territoriali, come si sta facendo nell’esperienza trentina. Si guarda con interesse in ambito nazionale a quanto si sta costruendo con la convenzione della Commissione paritetica territoriale del Porfido con Centrofor. Le associazioni datoriali puntano a chiudere tutto, destinando il costo corrispondente all’aumento salariale.

 

La retribuzione è l’altro punto critico della trattativa. I sindacati hanno chiesto un aumento di 103 euro al parametro C (livello medio); la controproposta è stata di appena 53 euro, non più basato sull’inflazione programmata. Un aumento, dunque, insufficiente e incerto.

 

Altra questione aperta è quella della legalità. Fillea, Filca e Feneal hanno chiesto l’istituzione di tavolo permanente sulla legalità coinvolgendo i ministeri competenti, l’Inps e l’Inail come già avviene in edilizia. Anche su questo punto nessun riscontro.

Alla mobilitazione di oggi ne potranno seguire altre anche nei prossimi mesi.

 

Trento, 9 luglio 2019



 

 

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