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Da Fugatti niente risorse per il contratto delle Autonomia locali

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Il Presidente Fugatti, nell'incontro di stamattina con le OO.SS. di Categoria, presenti l'Assessore Spinelli, il presidente di Apran Bolego, il direttore generale del Personale Comper, l’ Upipa, (assente – ingiustificato – il Consorzio dei Comuni), ha confermato l'assenza di risorse nell'assestamento di bilancio per il rinnovo del CCPL del Comparto delle Autonomie Locali (PAT ed Enti Strumentali, Comuni e Comunità di Valle, APSP), scaduto il 31/12/2018.

Sono state invece annunciati 2,2 milioni di euro per la chiusura delle cd. "code contrattuali" del triennio 2016/2018 (sistema indennitario, accordi di settore), oltre a misure che aumentano i livelli assunzionali nelle attività di servizi alla persona e sul territorio (ancora escluso il back office).

Come Fp Cgil abbiamo espresso convinta contrarietà per la mancanza di uno stanziamento minimo di risorse per l'annualità 2019, in una prospettiva piena di incognite anche per i finanziamenti da prevedere con la legge finanziaria 2020 di fine anno, condizionati - come dichiarato dal presidente - dalla necessaria valutazione degli scenari di finanza pubblica. Scenari foschi, se si adotteranno le misure previste dal Governo nazionale sulla flat tax, che determinerà minori introiti fiscali con conseguenze dirette anche per la nostra Autonomia.

A livello nazionale, seppure insufficienti, sono state stanziate risorse per il rinnovo dei CCNL del pubblico impiego per il 2019 e, in Alto Adige, la discussione tra le parti sociali è andare oltre il 5%, proposta della Giunta insieme all'aumento del buono pasto a 7 euro. La situazione trentina rischia pertanto di essere un unicum nel panorama del pubblico impiego, con un segnale assolutamente negativo per il processo di innovazione della PA trentina avviato con il precedente CCPL, che passa attraverso la revisione dell'ordinamento professionale per garantire l'effettività delle mansioni, l’adeguamento degli organici, le progressioni economiche tra e dentro le Aree, la stabilizzazione del precariato con aggiornamento del periodo temporale di maturazione del requisito dei 36 mesi, lo sblocco dello stallo sul contratto ricerca pubblica.

Estrema preoccupazione per una scelta che pare collocarsi in coerenza con le linee guida del Programma di Sviluppo Provinciale 2019, in cui viene espresso in più passaggi e con particolare forza il concetto che il pubblico deve essere ridimensionato a favore di spazi del mercato privato, a dispetto di un patrimonio di professionalità e competenze del territorio che rappresenta il fiore all'occhiello della P.A. dell’intero Paese ed all'esigenza invece di implementarlo, il perimetro pubblico, per le garanzie di qualità e universalità dei servizi agli accresciuti bisogni di cittadini ed imprese, oltre a bloccare il dumping che si produce nelle condizioni dei lavoratori degli appalti e affidamenti dei servizi pubblici.

Abbiamo chiesto pertanto un ripensamento, da qui all’emanazione della legge di assestamento, per dare risposta ai circa 14.000 dipendenti del Comparto che in tutti questi anni hanno garantito e garantiscono i servizi sul territorio. L’ipotesi di un’intesa che certifichi la volontà della Giunta a non mettere risorse e apra ad una discussione di merito sulle singole questioni, ivi compresa la destinazione dei 2,2 milioni, come emersa al tavolo, non ci vede convinti. Occorrono risorse certe per poter discutere: zero risorse per il triennio 2019/2021 eppoi accordicchi per i pochi o tanti che hanno più voce o rappresentanza non va bene. Basta ad accordi stralcio, si proceda sulla strada maestra degli Accordi di settore, contemperando i bisogni di cittadini e di tutti i lavoratori del comparto.

 

 

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