Contratto sanità, nessun significativo avanzamento nella trattativa
Ieri nuovo incontro in Apran. Continua lo stillicidio di richieste più o meno corporative sulla ripartizione degli oltre 10 milioni di euro, che potrebbero essere immediatamente erogati con un accordo di chiusura del triennio 16/18
Si è concluso senza alcun significativo passo in avanti l’incontro di ieri in Apran per il rinnovo del contratto della sanità pubblica. Dal confronto sono emerse solo due novità e cioè la proposta di spostamento di un milione di euro dalla contrattazione aziendale (Rsu) a quella centrale APRAN (OO.SS.) e la possibilità di ulteriori risorse in caso di chiusura dell'accordo, in verità già anticipata nella riunione scorsa.
“La proposta di spostare il milione di euro della contrattazione decentra al contratto primario ci vede assolutamente contrari – spiegano Luigi Diaspro, segretario della Fp del Trentino e Gianna Colle che segue il comparto -. E’ assolutamente incomprensibile come si possa enfatizzare il valore delle Rsu in occasione delle loro elezioni e immediatamente dopo portare via le risorse necessarie per la contrattazione nei luoghi di lavoro. Solo la FP Cgil ha ribadito fermamente la necessità di incrementare le risorse già individuate e appositamente stanziate, per la distribuzione a tutto il personale interessato, da individuare per l’appunto tramite la contrattazione decentra in Apss (RSU), in relazione ai disagi lavorativi come ad esempio per la pronta disponibilità, per l’assistenza domiciliare, per i richiami in servizio, ecc”.
Il sindacato di Via Muredei non nasconde amarezza e stupore di fronte al passo indietro registrato ieri. “Possiamo solo continuare ad essere basiti dello stravolgimento delle intese già sottoscritte a dicembre 2016 e a marzo 2017, che prevedono risorse per l’omogenizzazione con il contratto delle autonomie locali a partire dal personale tecnico amministrativo, lo svuotamento della categoria A (ad esempio pulizie, personale di supporto), la riqualificazione professionale, etc., a favore di scelte parziali, prive di una prospettiva sul complesso mondo sanitario”. Allo stesso tempo Fp ribadisce la netta contrarietà a sostenere con risorse contrattuali gli adeguamenti normativi in materia di maternità e altri istituti aggiuntivi, che sono necessari, ma i cui costi devono essere a carico dell’ente.
Fp continuerà a partecipare attivamente alla trattativa per rappresentare un'idea del sistema sanitario trentino che non può prescindere dalla revisione dell'ordinamento professionale, dalla valorizzazione e riqualificazione di tutto il personale, dall'implementazione delle retribuzioni e delle indennità specifiche. “Siamo convinti che un contratto anteponendo ad atteggiamenti corporativi l’interesse di tutti i lavoratori e le lavoratrici del comparto”, concludono Diaspro e Colle.
Trento, 6 giugno 2019