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Su giovani e donne gli impegni degli Stati generali del lavoro sono rimasti solo sulla carta

Cgil Cisl Uil spronano la Provincia a dare attuazione alle iniziative per favorire l’ingresso nel mercato del lavoro

Giovani e donne rappresentano il segmento più debole del mercato del lavoro trentino. Pur con un tasso di disoccupazione ormai quasi fisiologico questi due target faticano a trovare un’occupazione e, spesso quando la trovano, si tratta di lavori instabili e meno remunerati della media. Per questa ragione crediamo che i dati sui Neet in Trentino vadano valutati con estrema attenzione. E’ chiaro che c’è un problema che va oltre il mercato del lavoro e riguarda anche la transizione tra scuola e lavoro”. Lo sostengono Cgil Cisl Uil.
Le tre confederazioni puntano il dito contro la mancata attuazione degli impegni assunti con gli Stati generali del lavoro nel marzo del 2022. “Per ridurre il problema dei Neet dobbiamo agire nel rafforzare il legame tra istruzione e mercato del lavoro, con particolare attenzione alla formazione professionale dove si concentra la maggiore percentuale di drop out – sostengono i tre segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Non siamo mai stati contrari all’alternanza scuola lavoro, ma serve un salto di qualità. Stage e tirocini devono lasciare spazio al sistema duale, dove formazione e lavoro si alternano in un quadro contrattuale definito, come avviene in Alto Adige e nei paesi tedeschi. Ci aspettiamo in tal senso che la vicepresidente Gerosa cominci davvero a confrontarsi sul tema dei giovani in particolare quelli che non hanno acquisito un titolo di studio e che non sono occupati, dando attuazione, in sinergia con l’assessorato al lavoro, a quanto proposto dagli Stati Generali del Lavoro proprio per superare il fenomeno dei Neet. In questi ultimi due anni quegli impegni sono rimasti lettera morta”.
Sulla maggiore percentuale di Neet tra le ragazze per i sindacati è necessario un ulteriore approfondimento. “Sappiamo che la partecipazione al mondo del lavoro tra le donne è più bassa in particolare dopo il primo figlio. Ma qui parliamo di un ulteriore problema e forse anche il fenomeno Neet andrebbe indagato in un’ottica di genere per comprendere le ragioni di questa differenza già tra i giovanissimi. E’ indubbio che un maggior investimento sulla formazione e sulla qualità dell’occupazione favorirebbe l’occupazione anche di questi soggetti”.

Trento, 23 aprile 2024

 

 

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